2022, Sulla luna
Oltre al sogno di volare, l’umanità da secoli immagina di andare sulla luna, da Luciano di Samosata II a.c. fino a Elon Musk, sebbene mossa non sempre dalle stesse ragioni.
Per Astolfo, nell’opera di Ludovico Ariosto, andare sulla luna era l’unico modo per recuperare il senno perduto di Orlando. Ma una volta sull’astro, il viaggiatore interstellare si rende conto di aver perduto anche lui parte della sua ragione. Qui infatti, si trovano ampolle con la ragione di chi in terra, per un motivo o per un altro, ha dimenticato parte di sé.
Andare sulla luna per gli americani e i russi del secolo scorso era spostare la guerra, il conflitto, la sfida, in cielo, significava dar conto di competenze e conoscenze, innovazioni tecnologiche, spingersi oltre i confini terrestri per mostrare al mondo chi era più forte. Era una questione simbolica, una lotta in cui la narrazione valeva più dell’esserci stati veramente. In effetti, se ci sia stato un uomo o meno sulla luna è di minor valore rispetto alla narrazione che se ne è fatta. Se effettivamente si trattasse di un film di Orson Welles, sarebbe sicuramente un film sublime.
Per Elon Musk, e altri imprenditori multimilionari, andare sulla luna e portare persone nello spazio, è un business. Forse non dovrebbe stupirci: in fin dei conti sono eredi della storia che gli ha preceduti: da una parte la voglia bambinesca di questi signori di andare sulla luna, un capriccio che si possono permettere, dall’altra aprire un altro mondo, renderlo accessibile, trasformarlo in un altro bene di consumo.
“Eppure la luna non è di nessuno, e nessuno la può comperare”. I trattati internazionali la definiscono come “patrimonio comune dell’umanità dove sono bandite, oltre alle armi, qualunque forma di appropriazione nazionale o rivendicazione di sovranità, nonché l’esercizio della proprietà privata”. E speriamo di non dover tornare su queste parole, di non dovere mettere in dubbio la proprietà della luna, rendendola soltanto un’altra terra di conquista.
Talvolta, la vista si appanna quando si guarda troppo questo astro, soprattutto nelle notti di luna piena; lunatici, lunatiche, streghe, stregoni, lupi mannari e altri esseri bizzarri, anormali, gente che crede che tutto l’universo sia pieno di Dio, e che l’universo sia infinito, che la nostra terra, la nostra luna, il nostro sole, siano solo una piccolissima parte del cosmo, è finita emarginata, condannata, additata come eretica o pazza. Eppure oggi parliamo di multiversi in fisica!
Le lunatiche e le streghe, troppe sono state rinchiuse o bruciate. In una divisione manichea, che troppo spesso sembra l’unica possibile, l’umanità ha sempre visto nel “Buio” il male e nella “Luce” il bene.
Il popolo della luna, il popolo della notte, il popolo del senno perduto, quello della rugiada mattutina, chissà che non sia proprio quello che ci risveglia dal sonno del giorno, dagli affanni, dalla fatica, dalla dimenticanza. Chissà se quel popolo, nel sogno, non suggerisca alla scienza nuovi strumenti di ricerca e a noi nuove forme di vita inoperosa, in cui sia possibile con una poesia comprare un caffè. Poiché la luce del sole rende tutto visibile tanto da accecarci per la sua abbondanza, la luce della luna invece riflette, soppesa, illumina poche cose, ma in profondità.
Raccolta di idee, suggestioni e contributi di Irene Panzani, curatrice di Giungla, a seguito del gruppo di discussione che si è tenuto presso la Biblioteca Civica Agorà di Lucca nel mese di maggio 2022. Grazie a tutte le partecipanti ed i partecipanti!
Esposizioni
Tutti questi corpi sono mondi et senza numero.
Irem Tok, Hydromancy, 2022
Installazione site-specific pensata per l’Orto Botanico di Lucca.
Bertrand Dezoteux, Endymion, 2020
Opera video.
Ariane Michel, La forêt des gestes, 2019
Installazione video.
MANIFESTO BRUTAL – La notte è anche un sole.
Giorgia Frisardi, Mattia Pellegrini con Jesal Kapadia, Eleonora Biagetti,
Edoardo Pellegrini, Corrado Chiatti, Marco Fellini.
Nontantoprecisi, La luna in terra, 2022
Performance site-specific
Ospiti
Fatoumata Kebe
Astronoma, astrofisica ed educatrice francese
specializzata nel campo dell’inquinamento spaziale.
Andrea Pieroni
Professore Ordinario di Botanica Ambientale e Applicata
presso l’Università del Pollenzo
Renata Soukand
Professoressa associata in botanica generale
presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia
Arianna Chines
Biologa ambientale
Riccardo Gherardi
Veterinario
Angela Giannotti
Educatrice ambientale